Nell’amore si nascondono le paure più grandi, quelle fatte di piccoli complessi mai affrontati che finiscono con il diventare autocensure di terrore. La stomia non aiuta ma ho capito con il tempo che la stomia non ne è comunque la causa. Di insicurezze d’apparenza era fatta la mia vita amorosa anche prima che il sacchetto divenisse parte di me. I retroscena di una vita con la RCU dopo tutto c’erano già persino quando ho dato il mio primo bacio nell’atrio del bagno delle ragazze durante l’ora di Ragioneria. Prova evidente, questa, di come le toilette, in un verso o nell’altro, abbiano segnato la mia esistenza.
La prima volta che dopo l’intervento ho lasciato che il mio ragazzo si avvicinasse a me ricordo che è stato proprio come un ricominciare d’accapo. Spesse paure, stesse sensazioni e medesimo pianto quando è arrivata la consapevolezza che da quel momento tutto sarebbe stato diverso. La canottiera abbassata sulla vita era la mia cintura di castità emotiva, la prova tangibile che il mio fardello da nascondere avrebbe finito con il celare anche il piacere di un’intimità d’amore.
Con il tempo ho imparato a non darci peso e la canottiera scivolava giù come parte naturale di un atto che di spontaneo aveva sempre meno. Poi la rottura con il ragazzo dell’epoca e l’incontro con il mio nuovo amore hanno segnato lo spartiacque tra quel che ero e quel che sono oggi.
Non è stato tutto immediato né tanto meno facile ma, lui non mi conosceva prima e questo mi dava un vantaggio. Potevo reinventare una nuova me e lui aveva imparato a conoscermi così, con il mio sacchetto.
Sicurezza, consapevolezza e autostima sono arrivati solo quando ho capito quel che valevo, non a prescindere dalla stomia, ma anzi, proprio grazie ad essa. È stato a quel punto che mi sono liberata dei mie blocchi e ho lasciato alle mani appassionate del mio amore di accarezzarmi senza essere intralciate da protettive maglie arrotolate.
La persona con cui si condividono la passione fisica ed emotiva ha un potere davvero molto limitato nell’autoaccettazione della stomia, sia dentro che fuori da un letto, perché si tratta di un percorso molto personale che va comunque percorso da soli. Però non mi stancherò mai di ripetervi che se ce l’ho fatta io, è certo che potete farcela anche voi.
Ovvio, vedo anche io i miei difetti fisici ma quelli li avrei avuti a prescindere dall’ileostomia. Eppure, aver dovuto affrontare accettazioni più grandi e ben più complicate di queste mi ha permesso di dimenticarmi dei dettagli.
È un po’ invadente la stomia e questo è innegabile ma all’occorrenza basta una piccola graffetta a contenere l’eccesso e un po’ di indifferenza verso ciò che non è perfetto per liberarsi una volta per tutte di una ben più invadente canottiera abbassata.