venerdì 21 ottobre 2011

Il bagno e la stomia


Prima dei 10 anni i ricordi sono tutti molto sfocati, imprecisi e fuorvianti come la fantasia che li ha custoditi. Quel che ricordo dopo sono per lo più le corse in bagno: in questo luogo mistico e funesto insieme. Da allora ho imparato a valutare gli esercizi pubblici e i luoghi di vacanza in base alle loro toilette. E in questo peregrinar ne ho viste di tutti i colori e non parlo dei colori dei bagni sporchi, ma delle disavventure che ho vissuto in queste bistrattate stanze dei bisogni. Carta igenica e chiavi sono da sempre l’optinal più trascurato ma a quello mi sono abituata in fretta e ben presto nella borsetta ho iniziato a portare fazzoletti in scorte industriali. Le finestre poi sono un lusso che non è quasi mai contemplabile e lo sciacquone dell’acqua un miracolo da invocare a gran voce possibilmente attraverso la danza della pioggia. Con gli anni le cose sono migliorate ma insieme alla sensibilità dei proprietari sono subentrate le innovazioni tecnologiche che in alcuni casi la vita ce l’hanno complicata. La mia disavventura più grande l’ho vissuta nel bagno di un pub. Ero stomizzata da 6 mesi e ancora combattevo con modelli di sacca e placca che non stavano su neanche se fissate con lo scotch (lo ammetto, ho provato anche questo!) nonostante tutto decisi di uscire con gli amici per mangiare qualcosa in centro. A metà serata sento che sta per staccarsi la sacca e forte del mio “kit di emergenza” sempre in borsa, corro in bagno. E qui comincia l’incubo. La porta era a scomparsa e la rotellina per chiuderla gira a vuoto. Il bagno era pure piuttosto grande ed il water si trovava ad un metro e mezzo di distanza dalla porta il che mi impediva con il braccio di controllare l’ingresso. Cosa ben peggiore la luce era automatica e si attivava non appena avvertiva un movimento nella stanza. Vorrei proprio capire a chi è venuta questa trovata: per tutto il cambio sacca non ho potuto fare altro che muovermi come se fossi una di quelle ballerine snodate che stanno sul cruscotto delle auto. Carta, muoviti, stacca, muoviti, butta sacchetto, muoviti, biofilm, muoviti, placca, muoviti, sacca, muoviti, sistama tutto, muoviti,  muoviti… Stop!
Beh,  è stato il cambio di sacca peggiore della mia vita: una vera faticaccia! Ma ne sono uscita indenne e di insegnamenti ne ho tratti anche in questa occasione: trovare il modello di sacca e placca adatto a te è fondamentale perché ballare deve essere una scelta e non un’imposizione!




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